Trama:
Un pericoloso maniaco, detto il Collezionista di occhi, rapisce i bambini e li nasconde. Uccide la madre. Il padre ha quarantacinque ore a disposizione per scoprire il nascondiglio. Questo è il gioco. Quando l'ultimatum scade, la vittima muore. Ma l'orrore non finisce qui, perché al cadavere del bambino manca qualcosa: l'occhio sinistro. L'assassino però non vuole essere considerato un collezionista, ma un giocatore. E in questo gioco sinistro è intrappolato anche il reporter Alexander Zorbach, un ex poliziotto, narratore in prima persona, che man mano che la storia procede si rende conto che sta diventando sempre di più una pedina in un duello mortale. Il Collezionista di occhi finora non ha lasciato tracce. Ma improvvisamente compare una testimone misteriosa: Alina Gregoriev, una psicoterapeuta cieca, che sostiene di poter vedere nel passato dei suoi pazienti attraverso il semplice contatto fisico. E forse, ieri, ha avuto in terapia proprio il Collezionista di occhi...
Commento:
Ormai noto come il maestro dello psicothriller, Fitzek dà vita, con Il gioco degli occhi, a un nuovo avvincente romanzo di tipo circolare, che parte con l'epilogo e andando indietro con le pagine (si, indietro, perché si inizia dalla pagina 376 e si termina con la pagina 2) si arriva al prologo e ci si rende conto che, nell'incubo, la fine rappresenta solo l'inizio...
Tensione narrativa come sempre al massimo, l'autore tedesco riesce ancora una volta a creare una trama suggestiva dove nulla sembra essere come appare, in un avvicendamento di eventi che costringe ad andare avanti (o forse indietro?) nella lettura, pagina dopo pagina, senza sosta.
Zorbach, protagonista e voce narrante, rispecchia un po' lo stereotipo dell'ex poliziotto deluso e ferito ma pronto a battersi per ciò in cui crede, per senso del dovere, per amore del prossimo, una figura affasciante ottimamente caratterizzata; la sua "ruvidezza" è mitigata dalla presenza di Alina, fisioterapista con un dono particolare, cieca in seguito ad un incidente eppure combattiva e pienamente autonoma. Grazie al suo personaggio, lo scrittore ha anche modo di parlare della vita e del mondo dei non vedenti, sfatando parecchi luoghi comuni completamente errati e dimostrando una grande sensibilità che, visto il genere di romanzi per cui è noto, può risultare difficile notare.
Partendo da uno dei giochi più amati dai bambini, il nascondino, Fitzek regala ai suoi lettori l'ennesimo sconvolgente thriller, un susseguirsi di emozioni con l'adrenalina al massimo, in una corsa contro il tempo per far si che l'attuale nascondiglio del bambino rapito, non sia anche l'ultimo.
Nonostante quel che dice lo stesso Zorbach: Vorrei darvi un consiglio: non leggete oltre! Non so come siate approdati a queste righe. Ma di sicuro non erano destinate a voi. Un trattato dell'orrore non dovrebbe mai cadere nelle mani di qualcuno. In nessun caso, non posso che consigliarvi di leggerlo, assolutamente!
(Maria Guidi)