Trama:
Nella città di Qasrabad quattro giovani studenti sono stati uccisi con un terribile rituale negromantico. L'elfo chierico Wakancha, mandato a indagare, si illude di poterne venire a capo con un paio di incantesimi, per tornare quanto prima alle sue attività di ricercatore-etnologo. Le magie però non funzionano: qualcuno ha disposto potentissimi contro-incantesimi. Invece di dare forfait, il chierico deciderà di rimanere e tentare strade nuove: per la prima volta nella sua lunga esistenza gli toccherà ragionare e cercare la soluzione usando la logica. Una serie di circostanze e personaggi controversi (i Verificanti, sinistro ordine di monaci; Basibozuk, sceriffo indolente; Vahhab, fanatico religioso...) faranno sì che Wakancha si ritrovi a indagare da solo, senza potersi fidare di nessuno, avventurandosi in mondi paralleli e dimensioni altre, fino a che il mistero si scioglierà e dalle macerie di una lunga catena di drammatici eventi emergeranno, ora in modo inequivocabile, i veri amici e alleati del protagonista.
Commento: Caos a Qasrabad non può essere classificato solo come fantasy; si tratta infatti di un giallo, ambientato in un mondo dove la magia è di casa, che si rivela avvincente e ben scritto. Con uno stile narrativo molto scorrevole, Saguatti riesce a creare un mondo fantastico in cui umani, maghi, troll, elfi e goblin sono perfettamente integrati nella trama, che risulta appassionante e per nulla scontata. La struttura del libro è ottima in ogni suo aspetto: non solo città, costruzioni e paesaggi sono ben delineati e ricchi di dettagli, ma anche i protagonisti sono ben caratterizzati, con particolarità che li rendono quasi reali. Da Wakancha a Ugluk, da Rasen a Ocanpaza o Basibozuk, ciascuno ha un proprio ruolo ben definito e nonostante la numerosità di personaggi coinvolti, non c'è rischio di confonderli perché ognuno di essi si distingue dagli altri per le proprie caratteristiche fisiche e morali. Non tutto però è come appare e sarà compito del chierico capire di chi può davvero fidarsi mentre le indagini sulla morte dei giovani allievi vanno avanti. Una pagina dopo l'altra, mentre la storia assume sempre nuove prospettive e la magia non sembra essere d'aiuto per trovare il colpevole dei misteriosi omicidi, l'avventura prosegue con inaspettate alleanze.
Il libro è di certo ben curato, non ci sono grandi domande lasciate senza risposta né grosse zone d'ombra, ma un paio di piccoli appunti da fare ci sono: il primo, perché richiama un po' troppo, sotto certi aspetti, un famoso gioco di ruolo, cosa che forse si poteva ovviare facilmente vista la grande fantasia dell'autore; il secondo è relativo a qualche ingenuità narrativa presente nel testo, cioè alcuni aspetti accennati in modo vago e non approfonditi, qualche passaggio un po' troppo semplicistico, cose comunque non gravi, soprattutto se si considera che si tratta dell'opera di un esordiente.
Apprezzabilissimo invece il messaggio che il libro trasmette sull'amicizia, che trascende dalla razza ma si basa solo sul rispetto di ciascuno e sulle proprie qualità personali, indipendentemente dall'essere maghi, goblin o elfi e senza tener conto nemmeno di credenze religiose o altro. Incisiva la figura di Ugluk, bello il finale che lo vede coinvolto in pirma persona.
Un bel libro, valido e piacevole da un autore che vale la pena tenere d'occhio.
(Maria Guidi)
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