Trama:
Un direttore d'orchestra di fama internazionale, sconvolto da una lacerante crisi personale, decide improvvisamente di smettere con la carriera artistica. Con una serie di colpi di scena che condurranno ad esiti imprevedibili, sarà invece il ritorno sul podio a svelargli la verità che ad ogni costo cercava di rimuovere dalla propria vita. E a riconciliarsi col mondo che lo circonda. Un romanzo che ci introduce dietro le quinte del mondo della musica sinfonica.
Commento: Bacchetta in levare racconta la parabola esistenziale del maestro d'orchestra Enrico Liverani, dando voce alla musica di Verdi, di Bruckner e, infine, di Elgar, con una sensibilità e una capacità di scrittura sicuramente non comuni.
Si tratta di un romanzo unico nel suo genere. Mentre lo si legge sembra, infatti, di sentire la musica che viene in esso descritta, tanto efficace è la rappresentazione dei suoni e delle pause che compongono la melodia delle partiture raccontate nel corso della storia stessa.
Non solo. Maccapani, attraverso la narrazione, ci consente di intraprendere un vero e proprio percorso multisensoriale. Oltre alla vista e all'udito viene, infatti, chiamato in causa anche l'olfatto quando l'autore descrive l'entroterra ligure, dove il protagonista del romanzo si rifugia, in fuga dal mondo e in balia dei ricordi, dopo il ritiro dalle scene. La musica descrive mirabilmente gli abissi della solitudine in cui egli sprofonda, ma soprattutto accompagna il tortuoso percorso catartico che gli consentirà di tornare ad essere realmente e consapevolmente protagonista della propria vita e di realizzare di avere ancora una importante missione da compiere: fare musica insieme ad altri, trasmettere emozioni e coinvolgere i giovani.
Diversi sono gli stati d'animo di Liverani descritti durante la narrazione. Tra i tanti: dolore e sopraffazione, ma anche speranza, fede e fiducia e la musica riesce perfettamente a dar voce ad ognuno di essi, mentre il maestro d'orchestra compie il suo viaggio in fondo all'anima "alla ricerca del senso della vita, alla ricerca della verità", perché, come dice l'autore "dalla musica si trae sempre una linfa indescrivibile. Qualcosa che provoca sensazioni, emozioni. Uno stato d'animo trasfigurato".
Mentre nelle prime due parti viene descritto il cammino percorso da Liverani per tornare a vivere attraverso la musica, nella terza il registro cambia e la lettura va fatta con molta attenzione. E' necessario sapersi realmente sintonizzare per avvertire correttamente le vibrazioni e cogliere ogni singola sfumatura del racconto, le sue diverse suggestioni. Il sipario, infatti, si apre e viene messa in scena l'ottava sinfonia di Bruckner. La storia diventa, per forza di cose, corale. Ogni membro dell'orchestra di Lucerna ha una storia da raccontare, anche per il tramite dello strumento che suona. La narrazione si fa incalzante e le emozioni si fanno prepotentemente strada.
Consiglio anche una seconda lettura della terza parte di questo sorprendente romanzo, accompagnata dalla musica della sinfonia di Bruckner, per aggiungere emozioni ad emozioni. Davvero una piacevole lettura.
(C.M.)