Trama:
Rosie Carpe, giovane donna di colore, sbarca all'aeroporto di Pointe-à-Pitre, Guadalupa, in compagnia del figlio Titi, 6 anni. Ha lasciato la provincia francese, la sua casa, una vita di stenti e umiliazioni per raggiungere suo fratello maggiore, partito cinque anni prima. Inaspettatamente, ad attenderla all'aeroporto non c'è Lazare, ma un amico, Lagrand. A poco a poco Rosie scopre che il benessere dipinto e promesso dal fratello in realtà non esiste: Lazare è scomparso per sfuggire alla prigione, abbandonando una compagna e una figlia. In un'atmosfera di segreti sordidi, Rosie perde progressivamente il controllo di sé, entrando in un percorso fatto di alcool, una nuova gravidanza, uno sdoppiamento di personalità...
Commento:
Con questo bellissimo romanzo, una storia toccante e dolorosa che tiene il lettore avvinto alle sue pagine, l'autrice vinse nel 2001 il prestigioso premio letterario francese "Prix Fémina".
La parola chiave di tutta la narrazione è forse "solitudine", quella solitudine che deriva dal non sentirsi amati né apprezzati in primis dalla propria famiglia, con ripercussioni notevoli sull'intera vita della protagonista. Al di là di Rosie, dei personaggi di contorno, dell'ambientazione, quel che trasuda dalle pagine di questo romanzo è soprattutto il dolore che deriva dall'indifferenza altrui e che può portare un essere umano al limite, a far cose che sembrano incredibili e la cui origine è nascosta, in questo caso, nell'infanzia e nei ricordi di Rosie. Una famiglia particolarmente fredda e legami familiari quasi assenti fanno di lei una donna insicura, convinta che nella vita nulla le sia dovuto. Talmente ingenua da sembrare a volte irreale, la ragazza accetta passivamente tutto quel che le capita, senza alcun tentativo di reagire a coloro che la usano senza ritegno, indipendentemente dal fatto che si tratti del fratello o di un estraneo.
Le conseguenze di tutto ciò causano le maggiori ripercussioni sul figlio Titi perché Rosie, invece di reagire in modo propositivo al dolore e all'esperienza vissuta sulla propria pelle, sembra riversare il dolore e il risentimento su quel bambino arrivato per caso. Quando finalmente la protagonista, stanca e battuta dalla vita da ogni punto di vista, tenta di cambiare le cose trasferendosi dal fratello, la realtà le crolla rovinosamente addosso, insieme al cumulo di bugie raccontategli da lui per lettera. Passato e presente si mescolano in una narrazione complessa che intreccia ricordi e vita presente, riflessioni sui legami familiari, sui sentimenti, sul rispetto per se stessi e su quanto certe mancanze possano ferire profondamente, lasciando segni indelebili che condizionano l'intera vita.
Attraverso immagini vivide e descrizioni accurate, sia dei protagonisti (splendidamente caratterizzati) che delle ambientazioni, il libro scorre velocemente, in un susseguirsi di riflessioni e emozioni, fino all'epilogo che sembra proprio "chiudere il cerchio".
Molto toccante.
(Maria Guidi)
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