Trama:
"Questo breve e intenso primo libro di Erri De Luca porta già impressi in ogni frase - mi sembra - i segni di un vero scrittore: un tono di voce che appena si coglie diventa inconfondibile, e la integrità di uno sguardo che sa mettere nel giusto fuoco i pensieri e i sentimenti. Qui la memoria non è consolazione, ma è un dramma, e il tempo gioca un suo gioco crudele stabilendo distanze insormontabili tra chi narra e la materia del proprio racconto. Una luce bianca e densa come quella che filtra da nuvole alte bagna queste pagine. E la luce in cui il protagonista de "Il posto delle fragole" di Bergman vedeva i propri genitori ancor giovani intenti a pescare con la canna sulle rive di un lago. Leggendo questo libro che rievoca i momenti di un'infanzia trascorsa a Napoli e per sempre scomparsa, ho ripensato a quell'immagine struggente che dice con assoluta e trasparente immediatezza il dolore per la vita che tutto cancella e ci rende estranei a noi stessi e al nostro passato". (Raffaele La Capria)
Commento:
Un libro molto delicato che all'inizio coinvolge quasi a fatica, probabilmente per l'aspetto molto intimo e privato di ciò che racconta. Pagina dopo pagina però, la storia prende piede e, grazie alle parole di De Luca, riemergono sensazioni che appartengono a tutti. Attraverso la rivisitazione della sua vita passata e la rievocazione di quelle persone che maggiormente ne hanno influenzato la sua visione del mondo da bambino, l'autore risveglia nel lettore emozioni e ricordi ormai sepolti. Sfogliando questo breve libro, infatti, si avverte il bisogno di una pausa, di un momento di silenzio che permetta di fermarsi a ricordare ciò che è stato.
Scritto con uno stile elegante eppure semplice, ricco di emozioni che sembrano uscire dalle pagine fino a esser fatte proprie da chi legge, la storia trasmette la malinconia e il senso di profonda nostalgia, proprie dell'autore.
E' un libro che porta a compiere un viaggio in se stessi, per ritrovare immagini, sapori e profumi di quell'infanzia che appartiene a ciascuno di noi e se è vero che tali ricordi, non sempre, sono condivisibili perché appartengono alla sfera intima di ciascuno, è altrettanto vero che non sono molti i libri che riescono a far ciò.
(Maria Guidi)