Trama:
A fine Ottocento, nel manicomio di Collegno si incrociano i destini di molte anime perse: il famoso psichiatra Cesare Lombroso, celebrato per il metodo scientifico con cui riesce a distinguere, grazie a una riga e un compasso, l'uomo di genio dal delinquente, la brava ragazza dalla prostituta, il criminale dal pazzo furioso. Un certo Salgari Emilio, che a seconda dell'ondivagare della sua pazzia, si crede ora capitano di mare, ora scrittore. Marianna, una donna di vita triste e inguaiata. E infine, un delinquente nato, talmente pazzo da aver ripudiato persino il suo nome: si fa chiamare con le iniziali U.G. e passa le sue giornate in manicomio a creare una delirante scultura di ossa. Ossa di vacca, di donna, di pollo, non v'è differenza: ogni ossicino viene finemente scolpito con figurine primitive, di grande forza evocativa. Sullo sfondo, i delitti di un mostro sanguinario e inafferrabile che sventra giovani prostitute. In un crescendo di orrore e morte, U.G. scoprirà che nemmeno la pazzia potrà salvarlo dal suo passato: ricordi atroci che - in un romanzo ispirato a una storia vera - si trasformano in imprevedibili colpi di scena. Avvenimenti deliranti come incubi, sullo sfondo di una realtà che persino i più coraggiosi tra gli uomini avrebbero paura di affrontare.
Commento:
Liberamente ispirato a una storia vera, ambientato nel manicomio di Collegno (TO) e con protagonisti realmente esistiti (C. Lombroso, G. Marro, E. Paladino e E. Salgari) questo romanzo si rivela, fin dalle prime pagine, avvincente e inquietante, forse perché l'alternarsi di realtà e fantasia rende maggiormente vivide e impressionanti le scene descritte.
In un Piemonte di fine Ottocento, narrato con precisione dalla penna di Masali, un feroce assassino va in giro a sventrare prostitute estraendone il fegato mentre sono ancora in vita. Sarà veramente U.G. il colpevole, così impaurito dalle proprie colpe da aver rimosso anche il ricordo del proprio nome? Oppure le teorie degli eminenti psichiatri non sono corrette? Lombroso, interessato soprattutto alla ricerca scientifica, cerca di penetrare nella mente del presunto assassino. Per far ciò si rivolge alla medium Eusapia, all'inquieto Salgari, che alterna momenti di follia a attimi di lucidità, e infine a Marianna, una prostituta pronta a tutto pur di salvare la sorellina ammalata. Lo stesso U.G. viene trascinato nella sperimentazione, facilitandone a questo scopo la fuga dal manicomio, per poter seguire l'evoluzione della sua follia.
In un romanzo che, pagina dopo pagina, si rivela molto di più che un semplice giallo, la trama scorre fluida e mescola, con coerenza, il giallo nato dalla fantasia dell'autore con avvenimenti realmente accaduti. Nel romanzo Masali passa, infatti, dal tentato suicidio di Salgari (salvato nel 1910 ma purtroppo realizzato nel 1911) alle descrizioni fin troppo precise della povertà dei contadini dell'epoca; dalla pellagra agli studi di Lombroso sui "delinquenti nati" e sulle presunte caratteristiche fisiche che, secondo lui, li contraddistinguevano dalle persone oneste e altro ancora.
Ben scritto, avvincente, ricco di interessanti spunti da approfondire per scindere la fantasia dalla realtà, La vergine delle ossa è un'opera notevole, che mantiene un buon ritmo per tutto il romanzo e alterna le descrizioni a tinte fosche con momenti di ilarità e leggerezza, dovuti soprattutto al personaggio di Emilio Salgari che, credendosi spesso uno dei protagonisti dei suoi famosi romanzi, alleggerisce l'atmosfera del libro. Chi sia realmente il colpevole si intuisce abbastanza presto ma, non trattandosi di un semplice giallo, è tutto ciò che fa da sfondo al romanzo che lo rende interessante, dalla prima all'ultima pagina, approfondimenti compresi!
(Maria Guidi)
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