Trama:
Perdere tutto o ritrovare se stessi, risorgendo dalle ceneri di un matrimonio finito da tempo. Mattia ed Elena s'incontrano per motivi professionali. Tra i due si instaura un rapporto speciale. Elena scompare all'improvviso. Perché? Cosa la tormenta? Quali sono le sue origini?
Mattia, insieme con Giorgia, la migliore amica di Elena, si mette alla sua ricerca. Lungo il viaggio che li condurrà da Ravenna a Bronte, conosceranno Pietro Lazzari, che pare avere la chiave di lettura del mistero. Sarà Lazzari a rintracciare Elena in un paesino della Svizzera, Stans. Qualcuno o qualcosa sembra guidare le ricerche dei protagonisti. Lì il mistero si chiarirà, anche se già quasi tutto quello che c'era da sapere si trova nelle mani dei protagonisti. Un vecchio diario e un'aria della Norma di Bellini. La soluzione era sempre stata lì, a portata di mano...
Commento: Recensione della D.ssa Giulia Lo Bello
Mattia Risi si risveglia dopo l'ennesima notte trascorsa in macchina sotto casa della sua ex moglie. E' un uomo devastato dal fallimento del suo matrimonio, che continua a tormentare la moglie, ossessionandola, con un assurdo, inutile stalcking; un uomo che sta distruggendo se stesso, la donna che ha amato e tutto ciò che di buono insieme avevano costruito.
E' così che si apre "La matrice della verità", accendendo i riflettori su una storia d'amore ormai al tramonto ed un uomo che tenta invano e con estrema difficoltà di risorgere dalle ceneri del suo matrimonio e della sua stessa vita. Sin dall'inizio perciò la trama del romanzo si sviluppa come un viaggio interiore, teso a ricercare la verità prima dentro se stessi e poi al di fuori, nella realtà presente e "soprattutto" passata. Ma inevitabilmente la ricerca interiore tende sin da subito a macchiarsi di giallo.
Elena Inler, l'assistente sociale, che nel suo percorso professionale si trova ad incontrarsi con Mattia, diventa essa stessa da guida "illuminante" per il disorientato Mattia, "paziente", bisognosa d'aiuto, dilaniata da sensazioni spiacevoli e dolorose senza sapere perché… sin dall'adolescenza.
Da questo momento in poi sarà Elena ad aver bisogno di Mattia e non più il contrario. Sarà lei a dover fuggire da una vita, che non le appartiene più. Dovrà suo malgrado fare i conti con un passato, del quale è vittima inconsapevole. Il lettore viene portato per mano dall'autore, che con uno stile personale, semplice, ma che non cade mai nell'ovvietà, ricostruirà la VERITA'.
La trama è avvincente, ciò che si legge non è mai scontato, ma anzi è sempre imprevedibile. La costruzione del canovaccio della storia è tale, che la verità, sembri al lettore, sempre vicina ma inafferrabile. Infatti la soluzione sembra sempre a portata di mano, ma poi sfugge, si nasconde, scappa via, come volesse continuare a celarsi per l'eternità. Il puzzle sembra sempre, ad ogni parola, frase, periodo letti stare per completarsi, ma l'ultimo tassello non è mai quello giusto. E'come se l'autore volesse far rivivere anche al lettore la ricerca della verità compiuta dai suoi personaggi. Il percorso di ricerca iniziato da Mattia e Giorgia, migliore amica di Elena, che poi saranno affiancati da Pietro Lazzari, si snoda tra Ravenna, Catania ed il borgo svizzero di Stans. La storia è resa ancora più realistica, grazie alla dovizia di particolari, con i quali l'autore descrive i luoghi. Le descrizioni sono minuziose e realistiche. In tal modo il lettore sembra quasi che si senta trascinato all'interno dei luoghi del racconto. Sembra che cammini con Mattia e Giorgia lungo la via Etnea, tra le vie del centro storico di Catania e resti catturato dalla bellezza della città come i protagonisti. La storia ingloba il lettore nello svolgimento degli eventi, come costringendolo a fare un viaggio personale di ricerca. Egli a tratti risulterà talmente coinvolto da provare le stesse sensazioni di passione, amore, impotenza, dolore e rabbia dei protagonisti; per poi essere invaso da una sensazione di tranquillità e serenità interiore al termine del romanzo.
Insomma "La matrice della verità" è un viaggio interiore, geografico e temporale.
Perché inevitabilmente per costruire un nuovo presente ed un futuro migliore è necessario dover fare i conti con il proprio passato e con le proprie origini.
Anche se questo significa confrontarsi con il dolore di una maternità ed un'infanzia negati; con la violenza, la sofferenza e la morte.
In questo doloroso viaggio è come se la "Norma" di Bellini risuonasse, facendo da colonna sonora, ad ogni frase, come se se ne avvertisse l'eco, in ogni attimo della nostra lettura. Sulle sue note si snoda la vita di due generazioni, che si ricongiungono, sempre al suo ritmo, anche se non si erano mai realmente lasciate e mai si lasceranno per l'eternità.
Grazie a questo romanzo, che a me piace chiamare un viaggio interiore che si tinge di giallo, si potrà imparare ad avere forza, coraggio e perseveranza nell'affermazione di se stessi, anche se questo sarà difficile e si scontrerà con la cattiveria, il cinismo ed i soprusi di un mondo, a cui forse fa comodo continuare a nascondere la verità. (Recensione fornita dall'autore)
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