Trama:
Luca entra ogni mattina a lavoro prima delle 8:00. Se entri prima esci prima, il cartellino timbrato non può mentire. Il lavoro lo fa bene Luca, è un ingegnere intelligente, forse un po' troppo critico verso ciò che vede nel suo ambiente di lavoro. Ciccio, il capo del suo ufficio - ma sopra di lui nell'azienda ce ne sono molti altri - è un prototipo del manager "stronzo" con i suoi sottoposti. Ma i colleghi di Luca, non tutti a dire il vero, si esprimono mutua assistenza e complicità.
Le giornate di lavoro trascorrono tra pause caffè, riunioni che si trasformano in surreali commedie, scambio fitto di mail, telefonate varie, chat, e soprattutto chiacchiere futilissime, cui Luca spesso rinuncia a prendere parte. Ogni venerdì poi, com'è immaginabile, diventa per tutti i dipendenti una giornata di "liberazione". Questo primo romanzo di Luca Savastano è un divertente ritratto di una tipica vita d'ufficio ai giorni nostri. Tra colpi bassi dei superiori, competizione scorretta, assurdi giochi di potere e rabbie represse, la realtà descritta rappresenta un microcosmo dei vizi e delle nevrosi individuali. Con buona pace di chi come Luca vorrebbe rendersi la vita decisamente più entusiasmante e tranquilla.
Commento:
Molto scorrevole e ironica, questa prima opera di Savastano dimostra indubbiamente una grande conoscenza di quella che è, purtroppo, la vita negli uffici moderni. Il suo diario semiserio permette a tutti quelli che lavorano in gruppo di riconoscere perfettamente, nella precisa descrizione fatta, la propria realtà lavorativa: dalla divertente panoramica sui colleghi che, con un po' di fantasia, è possibile ritrovare in tutti gli ambienti (il menefreghista, il raccomandato, l'approfittatore, ecc.) alla spietata critica al sistema organizzativo ed alle capacità (assenti!) dei capi. Questo romanzo è realistico, divertente, ma anche amaro, perché ci ricorda come, molto spesso, vengono gestite le cose negli ambienti lavorativi, a prescindere dal campo di attività coinvolto.
Una piccola pecca è forse rappresentata dall'assenza di un vero e proprio punto di arrivo. Si tratta infatti, di una narrazione, quasi rassegnata, di quel che avviene giorno dopo giorno senza un reale punto di svolta né un cambiamento. Questo aspetto è in parte controbilanciato dalle riflessioni del protagonista, Luca Baldini, che nonostante tutto cerca di pensare in modo positivo, sperando sempre che qualcosa possa cambiare anche quando la situazione sembra diventare insostenibile e i soprusi troppo pesanti per continuare a cedere, come invece avviene...
L'importante è credere in un futuro migliore e andare avanti, perchè, come dice il protagonista: "ciò che conta davvero è essere se stessi, credere nei propri ideali, saper godere e saper soffrire... le situazioni cambiano, l'identità resta". (Maria Guidi)
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