Trama:
Gli otto racconti contenuti in questa raccolta sono diversi per contenuto e genere, ma in qualche modo collegati tra loro da fili di una memoria antica e fantastica, dove la realtà e i sogni si confondono e si amalgamano. Come l'artemisia genera l'assenzio dorato esalante fumo assuefacente, così la memoria da ricordi annebbiati riporta alla luce fantastiche chimere. Ognuno dei racconti è figlio sia dell'immaginario, sia del vero, come del resto lo è l'uomo.
Commento:
Molto bella questa raccolta di racconti, ammetto che è stata una sorpresa piacevole e inaspettata. Si tratta di otto racconti di genere completamente diverso, alcuni a carattere autobiografico, altri gialli e mistery, altri ancora che toccano argomenti d'attualità, tutti ugualmente coinvolgenti. Dai racconti si avverte l'amore dell'autrice per la sua terra d'origine, la Puglia, il cui calore e colore traspaiono dalle pagine del libro.
Nonostante la diversità di genere, tutte le storie sono avvincenti e, in ciascuna di esse, l'autrice riesce a incatenare il lettore alle pagine, ora con il dubbio, ora con la curiosità, ora con la nostalgia, ora con altre emozioni, riuscendo a mantenere alta l'attenzione fino all'ultima pagina.
Il racconto che ho preferito in assoluto è "Il giocattolo", che ho trovato toccante e realistico. Troppo spesso le persone, credendo di essere nel giusto, prendono decisioni per gli altri, convinti di aver scelto la soluzione migliore ma senza considerare i desideri e sentimenti altrui. Questo racconto, intenso e commovente, fa riflettere proprio sul dolore che spesso si causa quando si è troppo convinti di avere sempre la risposta giusta per ogni cosa.
Per contrapposizione, quello che ho apprezzato un pochino meno è invece "Gli epigoni di Raimondo". Di genere diverso (un mistery direi), ha una trama originale che si basa su eventi storici reali. Purtroppo, il racconto in sé ha una costruzione che non mi è piaciuta molto, in alcuni punti l'ho trovato di difficile comprensione, un po' confuso e non sempre facile da seguire, un vero peccato perché sembrava comunque intrigante.
Molto belli anche i due gialli, sia "L'eredità di Agostina" che "L'orrore della realtà", ben costruiti e per nulla scontati, con personaggi descritti adeguatamente e un finale che si intuisce solo a fine racconto.
Qualche refuso qua e là si trova ma, in generale, è un libro davvero interessante, non solo per la molteplicità dei generi presenti, che può accontentare quasi ogni tipo di lettore, quanto per la bravura che l'autrice dimostra in ciascuno di essi.
(Maria Guidi)
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