Casa Editrice: Lindau - 184 pagine
Disponibile in formato cartaceo e ebook
Genere: Narrativa
Trama:
In questi dodici racconti, lo scrittore cileno ci mette di fronte alle nostre stesse vulnerabilità, alle crepe che possono aprirsi nella facciata tutta ordine e decoro dietro cui nascondiamo la nostra vita. I suoi personaggi, uomini e donne di ogni età, si trovano coinvolti in situazioni - alcune drammatiche, altre apparentemente banali - che hanno il potere di far emergere, anche in un solo istante fatale, la loro fragilità e le loro debolezze, costringendoli a fare i conti con sé stessi. Desideri e antichi rancori, speranze e ossessioni, ferocia e tenerezza: di questo si nutre la prosa di Simonetta dotata di una tensione sottile e persistente che contagia il lettore, ma sempre ricca di profonda umanità.
Recensione:
"Vite vulnerabili" di Pablo Simonetti è una raccolta di 12 storie, non racconti ma "storie". E' un libro imprevedibile, misterioso, inquietante, doloroso, coraggioso, in cui l'autore, attraverso uno stile narrativo veloce e chiaro che affascina, è in grado di riflettere la desolazione, fragilità, "debolezza morale e buio" di ciascuno dei suoi personaggi negli occhi del lettore. In questo rapporto intimo ed emozionale stabilito dall'inizio alla fine, si verifica un incontro segreto dell'anima con i movimenti del corpo.
Sono storie che affrontano la fragilità della vita interiore, dei segreti, dei sentimenti e delle paure: momenti improvvisi e spontanei che spezzano il guscio o il telaio su cui è intessuta l'esistenza di coloro che alla fine rimangono completamente nudi, deboli e insicuri.
Non è chiaro se le storie siano state raccolte nello stesso ordine in cui sono state scritte. Nelle prime ho notato, all'inizio, una certa rigidità accademica e poco attraente: molti nomi di strade, molte istruzioni per arrivare nei luoghi, dettagli che non ritengo rilevanti ai fini della storia. Ma Simonetti ha una formidabile abilità nel gestire il più difficile di tutti i generi letterari - la storia dell'individuo - perché non solo racconta una storia, ma la plasma e la significa, aggiunge suspense e tensione al dramma, guardando la coscienza frammentata e segreta dei suoi personaggi.
Tutte le storie, senza distinzione, riguardano le relazioni stabilite con un "altro", l'ansia stimolata da una vita sintetizzata e di successo, che sopprime le emozioni, essendo questo uno dei confini interni più difficili da attraversare, perché ciascuno si aspetta di essere solo in questa dimensione. Tuttavia, l'esistenza dell'individuo si svolge in una dimensione sociale.
Amori proibiti dunque, vite "tagliuzzate" personaggi legati alle loro coscienze fragili: Fabrizio Cardini, Claudio Alamos, Arturo Bossard, Videncio Fuentes… Ognuno dei protagonisti di queste storie scopre la frattura della sua esistenza e il destino che lo trascina verso la propria vulnerabilità.
Dai Giardini di Boboli ai boschetti del Santa Lucia, queste storie si muovono con una precisione implacabile: l'autore "smonta" l'immagine esterna dei suoi personaggi per immettere il suo tumultuoso mondo interiore.
Ogni personaggio risulta perfettamente credibile, alla luce della sua particolare storia, in virtù di una intuizione fondamentale sull'ineluttabile sfasatura dei convenzionali codici di comportamento. L'interesse dominante per i sentimenti, per quelli che Hawthorne chiamava "i grovigli del cuore umano", a mio avviso, inclina Simonetti verso Fitzgerald, verso lo stesso Hawthorne, ma soprattutto verso i grandi modelli della narrativa femminile britannica ottocentesca, da Jane Austen a George Eliot, di queste ultime condivide sia la felicità del narrare sia la tempra di sagace indagatore delle ambiguità del cuore. E, diciamolo, ne condivide, pur nella sua sensibilità e nel suo linguaggio assolutamente contemporanei, la misura classica, che imbriglia e domina una corrente emotiva e sentimentale di inconsueto vigore. Vorrei puntualizzare sul gioco dialettico di sottili equilibri su cui poggia la strategia narrativa di questo singolare talento, così consapevole, naturale e inquietante, tradizionale e anti-conformista, depoliticizzato - ai nostri occhi italiani forse un po' miopi - eppure, a suo modo, militante anche se in "pull" Armani, infatti le vicende di Simonetti sono ambientate nell'alto strato socio-economico della società.
Con eleganza e sottigliezza, Simonetti gioca con l'erotismo del lettore lasciandolo a sperimentare, non solo leggere il libro, dà forma a storie allo stesso tempo malinconiche e vitali, emotive e provocatorie, esplora alla ricerca dell'identità sessuale, un tema attuale: l'incertezza sessuale nell'amore, la mancanza di desiderio nella coppia e i suoi angoli più bui.
In un momento in cui ci sentiamo spinti ad essere sempre sicuri di chi siamo, è un piacere trovare queste storie che mettono in discussione questa tendenza a parlarci della nostra incertezza, delle nostre frontiere interne, che limitano la paura di abbandonare la protezione del "dovrebbe essere" di fronte al pericolo di essere feriti o danneggiati. Queste sono storie di personaggi che affrontano la loro vulnerabilità, sulla strada per il risultato che temono di più: trovarsi.
Consigliato, senza ombra di dubbio.
(Luisa Debenedetti)
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