Casa Editrice: Newton Compton Editori - 182 pagine
Disponibile anche in formato ebook
Genere: Storia e informazione
Trama:
Uno straordinario racconto in presa diretta, senza mediazioni, il diario di un uomo che ha vissuto per oltre un anno in uno dei peggiori teatri di guerra del pianeta. Responsabile degli approvvigionamenti per i contingenti schierati in Afghanistan, l’autore di questa toccante e vivida testimonianza descrive le difficoltà del suo lavoro, i viaggi quotidiani all’insegna del rischio di attentati, la vita dentro le strutture militari in compagnia di persone di tutto il mondo, gli incontri brevi ma al tempo stesso intensi con la popolazione locale. In un luogo dannatamente ostile e pericoloso, le precauzioni non sembrano mai sufficienti. Ogni spostamento è attentamente programmato e sorvegliato. Ma, purtroppo, non tutto va sempre per il verso giusto. Gli stranieri vengono presi di mira e sono spesso vittime di feroci assalti o attentati kamikaze. Tra paura e forti emozioni, in un mondo sconvolto da un conflitto che sembra non finire mai, Un anno in Afghanistan è una lettura imperdibile per chi voglia capire fino in fondo cos’è la guerra, raccogliendo elementi e riflessioni che TV e giornali non ci hanno mai proposto.
Recensione: Un anno in Afghanistan non è solo un libro. E' un viaggio, un'avventura, una testimonianza, un pezzo di storia, un diario di guerra e di vita.
Henry si racconta e ci racconta come si è trovato a lasciare la sicurezza della propria casa, l'amore della famiglia per un lavoro ben remunerato, ma con poche certezze e ancor meno sicurezze.
Un civile che deve occuparsi degli approvvigionamenti delle varie basi militari, una cosa non facile quando le richieste sono normali e legittime che a volte cadono nel grottesco, come quando ci si impunta sui coniglietti di cioccolato per Pasqua.
Con base a Kabul, una città che definire pericolosa è un eufemismo, ma con frequenti viaggi per tutto il paese.
Un'esperienza durata quattordici mesi tra il 2006 e il 2007 riportata in maniera vivida in un linguaggio con una straordinaria potenza evocativa: quella della verità.
Tante le cose che colpiscono in questo romanzo. Dalle prime descrizioni dell'Afghanistan con la sua assenza di colori, alle persone conosciute in questa esperienza. Gente di paesi diversi unita da un unico scopo: aiutare.
La difficoltà di vivere una missione di pace che in realtà è una guerra, con autobombe, IED, zone minate, dove il pericolo si nasconde dietro cose che per noi sono normali, come una passeggiata serale.
Capitoli che colpiscono raccontando la normalità nell'incredibile: la finale dei mondiali di calcio e il venir presi a fucilate da dei pastori, perché la tua auto gli è passata tropo vicino; un matrimonio di un collaboratore locale e il funerale di un kamikaze dopo averne raccolti i resti; la bellezza del cielo notturno in una base dove di notte i missili ne colpiscono il perimetro; la lista dei pro e dei contro nel rimanere quando è sempre presente la voglia di tornare a casa, dove ti aspettano e hanno bisogno di te; la domanda più frequente "Ma chi me l'ha fatto fare?", con il desiderio di non mollare.
E' il racconto di chi è partito non per fare Rambo, ma per svolgere un lavoro con l'intenzione di farlo bene anche in condizioni proibitive.
Un libro reale, un resoconto vero dove si coglie la speranza che in futuro le cose possano cambiare, migliorare, per un paese che da troppo conosce solo la guerra.
Leggetelo.
(Tatiana Vanini)
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