Casa Editrice: Europa Edizioni - 144 pagine
Disponibile in formato cartaceo e ebook
Genere: Noir
Trama: "New York 1941. Forse" non è un libro. E' un viaggio attraverso lo specchio che inganna il lettore, conducendolo lungo una spirale fatta di suspense e continui colpi di scena, fino a una verità sconcertante. In apparenza, Frank Logan è un giornalista di denuncia che sta conducendo la sua indagine più complessa e pericolosa, all'indirizzo dell'uomo più potente di New York, sindaco e probabile futuro presidente degli Stati Uniti. Lo fa con l'aiuto della sua compagna Dorothy e del detective Jim Ross, il suo migliore amico. Un romanzo noir, sapientemente hard boiled, parrebbe al lettore. Ma qualcosa non va, qualcosa di oscuro, inquietante, terribile. Tutto parte dagli interrogativi. Perché il passato dei protagonisti sembra essere legato da un comune tratto di avvenimenti tragici? Come mai i ricordi di ognuno dei personaggi mostrano delle inspiegabili lacune? Dove sono finiti i momenti più rilevanti del passato di Frank, Dorothy, Jim, come a dire che in questo romanzo nulla è mai come sembra? Il lettore si troverà a seguire la vicenda improvvisamente in più direzioni, fino al momento in cui non sarà più in grado di orientarsi, né di staccare lo sguardo dalla storia, fino all'ultima, attesissima pagina. Come si chiamava tua madre, Frank?
Recensione:
Cosa si può dire di questo romanzo? Partiamo dal titolo, New York 1941. Fin qui tutto bene. Iniziando a leggere apprendiamo che è ambientato a New York nell'anno 1941, che in Europa si muore, ma che gli Stati Uniti non sono ancora entrati nel conflitto come avverrà in seguito. Nella grande mela si vive e si combatte contro i gangster, il contrabbando e la corruzione. C'è un giornalista, Frank Logan, che rende pubblici gli scandali e rovina le carriere smascherando i farabutti, passando da uno scoop all'altro e in questo romanzo è alle prese con l'ennesima inchiesta. Bello. Ma allora perché nel titolo c'è quel Forse?
Ricominciamo. New York 1941. Forse è un romanzo speciale. Si legge tutto d'un fiato perché la storia è avvincente e raccontata in maniera interessante, con un linguaggio scorrevole e impreziosito da dialoghi brillanti e ironici.
La città di New York fa da sfondo all'intera vicenda, ma poteva essere una città qualsiasi, perché il punto cardine, il pezzo forte di questo scritto, sono i personaggi: Frank, Dorothy e Jim. Il giornalista senza macchia e senza paura, la sua fidanzata, brillante avvocato, e l'amico, tenente di polizia votato alla giustizia. Piacciono molto questi personaggi, specialmente nelle parti in cui, in prima persona, raccontano il loro passato. Tra questi il capitolo intitolato "Jimmy la palla" colpisce particolarmente per la dolcezza e la tristezza, oltre che per la profondità che l'autore ci ha saputo mettere.
Di tanto in tanto troviamo parti esterne alla narrazione principale dove però il lettore avverte qualcosa di strano, qualcosa che non va, piccoli particolari che fanno rizzare le antenne e accendono la curiosità.
Luca Giribone si rivela uno scrittore furbo, molto bravo a creare una storia ricca di azione e molto noir, unita ad una vera sorpresa, che sposta il romanzo quasi in campo metafisico creando una filosofia della narrazione. La storia continua e nello stesso momento cambia, si reinventa, come un caleidoscopio che pur rimanendo un semplice cilindro mostra immagini diverse e magiche. Eccolo qui il Forse del titolo, che si rivela al lettore stupendolo.
Una nota diversa che va oltre il romanzo, ma rimane coerente a se stessa.
A qualcuno questo romanzo potrà far storcere il naso, ma io lo trovo originale, bello, uno di quei libri che rileggi volentieri. Leggetelo e lasciatevi stupire dalla rivelazione degli ultimi capitoli. New York 1941. Forse. Già, forse... chissà?
(Tatiana Vanini)
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