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Lo impone il mercato. Come i nostri governanti hanno stravolto i principi costituzionali
di Daniele Perotti

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    Casa Editrice: Imprimatur - 117 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Saggi

    Trama:
    Ha da poco compiuto settant'anni, ma la nostra resta una Costituzione sana, robusta e proiettata verso il futuro, benché da tempo sotto l'assedio di maldestri riformatori che vorrebbero cambiarne forma e sostanza. Tuttavia l'attacco che ha avuto le conseguenze più gravi è stato quello non dichiarato, e per questo più insidioso, portato direttamente al suo cuore: ai suoi principi fondamentali. Ne è principale protagonista l'ideologia neoliberista che tutto vuole sottomesso e regolato da un mercato globale senza regole, con la mercificazione del lavoro, del tempo, delle relazioni fra le persone, dei rapporti sociali, della natura, dei beni e del patrimonio comune, con le sue false rappresentazioni della realtà. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, enormi interessi economici e finanziari transnazionali e globali hanno garantito il dominio culturale dell'ideologia neoliberista e delle sue fallaci narrazioni attraverso le teorie di economisti e giuristi seguiti da politici subalterni sedotti e conquistati dal "nuovo" pensiero unico. I diritti sociali, espressioni reali della sovranità popolare, e i valori a cui sono ispirati, che si ritrovano nei principi fondamentali della nostra Costituzione, sono stati progressivamente erosi, rimossi, disconosciuti e violati da una classe politica vacua e inadeguata a raccogliere il prezioso patrimonio lasciato in eredità dai padri costituenti. Perché esso non vada disperso, occorre evocare i contenuti politici e la tensione ideale che ispirarono le donne e gli uomini della Resistenza. Lo può e lo deve fare l'Italia migliore che ieri è stata quella della lotta al fascismo e oggi è quella della solidarietà e della consapevolezza che un altro mondo è realizzabile, attraverso l'impegno politico contro l'ingiustizia sociale e il profitto dei pochi accumulato a danno dei molti, contro il veleno razzista che alimenta i conflitti fra gli ultimi e rafforza il dominio degli sfruttatori.

    Recensione:
    "Lo impone il mercato - Come i nostri governanti hanno stravolto i principi costituzionali" è un breve saggio di Daniele Perotti.
    Sintetico e chiarissimo, penso che andrebbe letto nelle scuole.
    Perotti sostiene, a ragione, che abbiamo a disposizione un progetto di nuova società che guarda al futuro, che salda libertà ed uguaglianza e che offre una tavola di valori alternativi attraverso i quali fondare una comunità solidale del lavoro.
    Questo progetto esiste e vive nella Costituzione del 1948, riaffermata, con il voto referendario del 4 dicembre 2016, come la legge fondamentale dello Stato.
    I 12 articoli che tessono l'ordito dei principi fondamentali della Carta non si limitano infatti ad affermare i diritti fondamentali di ciascuno, ma impongono alla Repubblica il compito di renderli effettivi, rimuovendo gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono un pieno sviluppo.
    Di più, l'intero titolo III che fissa in norme cogenti l'ossatura dei rapporti economico sociali. delinea un progetto politico-sociale che pone limiti precisi alla iniziativa privata, libera sì, ma solo a condizione che sia finalizzata all'interesse sociale, subordinata alla programmazione e agli indirizzi che competono alla mano pubblica, e in ogni caso tale da "non recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana". Al punto di prevederne l'esproprio e l'assegnazione a comunità di cittadini o di lavoratori ove questo fondamentale precetto venga disatteso e violato.
    La Costituzione italiana, se non fosse costantemente disattesa, potrebbe costruire una piattaforma da utilizzare nel campo di battaglia europeo, monopolizzato da un'oligarchia capitalistico-finanziaria che ha fatto dell'aggressione al lavoro e della liquidazione del welfare o di ciò che ne resta la propria missione fondamentale. l libro spiega molto bene perché la nostra Costituzione è incompatibile con i trattati che ci vincolano nell'UE, ma anche nella NATO.
    I 70 anni trascorsi dalla nascita della Carta, sono stati tempi di grandi cambiamenti, non sempre in meglio, e quasi sempre imposti dall'alto.
    Ad esempio, che è accaduto dal 2012 ad oggi: l'introduzione del fiscal compact e del pareggio di bilancio in Costituzione, attraverso la modifica dell'articolo 81 della Carta costituzionale.
    Considerazioni in punta di diritto, efficaci quanto solide, sfociano in brevi digressioni socio-economiche allorquando si affrontano i motivi ispiratori che hanno originato questi mutamenti. Che sono ideologicamente contrari all'impianto complessivo della Carta e che, per di più, sono dei mutamenti fallimentari dal punto di vista pratico. L'autore ci rammenta che i padri della patria avevano in mente un progetto nato da una guerra perduta e dallo sfacelo di una dittatura. Da questo dato partivano e attuavano contromisure pratiche per non dover essere costretti a mai più ritornarvi. Invece, da una parte l'euro e la crisi finanziaria del 2007 e dall'altra l'aggressione subita dall'Italia attraverso la deindustrializzazione, la sempre più crescente privatizzazione ed impoverimento dei poteri decentrati, la conseguente perdita di quote importanti di welfare, la crescente disoccupazione e la necessità di espatrio da parte dei giovani per trovare lavoro, ci stanno facendo precipitare in un baratro sempre più profondo.
    Concludo con una frase di uno dei padri della Costituzione, spesso citato dall'autore, Piero Calamandrei che, nel suo discorso sulla Costituzione del 1955, disse: "Finché ci saranno ostacoli alla dignità dell'uomo, la Carta sarà incompiuta".
    (Luisa Debenedetti)



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