Casa Editrice: Youcanprint - 150 pagine
Disponibile in formato cartaceo e ebook
Genere: Narrativa
Trama:
Il bivio è un punto d'incontro, ma anche di divisione. Dal bivio partono strade per diverse direzioni: alcune si inoltrano dentro i campi, altre costeggiano un canale e altre ancora portano al paese. Al bivio donne e uomini si incontrano e si fermano a parlare; in quell'incrocio di strade dove nessuno può ascoltare i loro discorsi, le persone danno libero sfogo ai pensieri, ai sentimenti e manifestano la propria opposizione a una guerra che sarebbe dovuta finire subito, ma della quale, invece, non si intravede la fine. E' da questo bivio che prendono vita le storie narrate in questo libro: storie di vita, di miseria, d'amore e di guerra. Un romanzo per tutti, anche per gli adolescenti, che aiuta a conoscere uno dei periodi più tragici del novecento italiano.
Recensione: "Le storie del bivio", di Ingrid Rivi è, come dice l'Autrice, una storia di fantasia, un romanzo in cui i personaggi vivono in Italia nel triste periodo che va dal 1940 al 1945.
E' la narrazione di questi anni vissuti da persone semplici e vere, apparentemente non collegate fra loro, ma che poi si scopre essere legate da un filo sottile che riconduce a quel bivio del titolo.
Già, il bivio. Aldilà del concetto metafisico per cui sempre, nella vita, ci troviamo di fronte a un bivio, in questo caso è reale: è quel luogo appena fuori del paese dove un tempo ci si incontrava per scambiare quattro chiacchiere, fossero pettegolezzi, bisticci o tenere schermaglie tra innamorati. Altri tempi.
Nel romanzo è al bivio che Nennio si dichiara alla sua Marta promettendo a mezza bocca che, quando tornerà dalla guerra, la sposerà. Perché l'uomo non può solo soffrire, e anche in tempo di guerra vuole innamorarsi.
Tutti i personaggi, prima o poi, passano dal bivio.
La mamma della piccola Adele che decide, con le altre donne del paese, di andare a protestare per la scarsità e la qualità scadente di ciò che veniva fornito con le tessere annonarie.
E' al bivio che si incontra la vecchia e saggia Ondina, sempre pronta a dispensare consigli e aiuto.
E' al bivio che Nennio, Franco, Aronne e Tonino, di ritorno al paese, si divideranno per prendere ognuno la propria strada e tentare di riprendersi la vita.
Dov'è questo bivio? L'autrice non ce lo dice, sicuramente in Emilia, lo si capisce subito da alcune battute dialettali che danno colore alla narrazione. Come in "Cent'anni di solitudine" la località è immaginaria ma inserita in un dettagliato quadro storico, triste e pieno di significati, dove i personaggi sono abituati a lottare e sembrano destinati a perdere.
La scrittura è diretta, chiara, essenziale e coinvolgente quando i personaggi si innamorano ci si innamora, quando qualcuno muore ci si dispera con chi resta.
Riecheggiano le parole di Ondina "Piansèr mia, al serva a pòc" (Non piangere, serve a poco), sì perché la storia entra dentro, ogni personaggio evoca un sentimento...
Ammirevole la scelta di iniziare ogni capitolo con una lettera scritta da uno dei personaggi e con foto dell'epoca.
Opera frutto di fantasia che ha descritto benissimo l'atmosfera di un periodo storico, gli stati d'animo, le paure, la fierezza, il coraggio e l'umanità di questi personaggi del popolo.
Complimenti a Ingrid, ha fatto un ottimo lavoro.
Da leggere e, perché no, regalare.
(Luisa Debenedetti)
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