Casa Editrice: Uno Editori - 185 pagine
Disponibile in formato cartaceo
Genere: Saggio
Trama:
Un viaggio lungo la storia d'Italia dal periodo immediatamente post risorgimentale alla seconda guerra mondiale, due grandi guerre, l'affermazione del fascismo, il rientro del Vaticano nel gioco politico dopo l'emarginazione successiva alla breccia di Porta Pia, e tutte le tumultuose vicende dello stato unitario appena nato sotto il segno della massoneria nazionale e internazionale.
E si finisce per scoprire tutto il gioco di intrighi e colpi bassi tra massoneria (compasso), fascismo (fascio) e gerarchie cattoliche (mitra) che ha motivato il titolo dell'opera.
Ma si scopre anche, nel ruolo di regista onnipresente, un personaggio inquietante e inspiegabile, coinvolto nelle peggiori vicende del periodo (delitto Matteotti compreso).
Recensione:
"Il compasso il fascio e la mitra" di Giovanni Francesco Carpeoro (alias-anagramma azzeccatissimo), edito da Uno Editori, è un saggio storico che ci offre un ampio materiale documentario fatto soprattutto di lodevoli e distensive prese di posizione.
Il periodo preso in esame è quello compreso tra la fine del Risorgimento e la Seconda Guerra Mondiale. Un periodo inquieto in cui nacquero e si scontrarono diverse forze e ideologie politiche, nel quale i principali attori furono appunto Massoneria e Vaticano, che contribuirono all'ascesa di Mussolini, abile quanto ambiguo burattinaio da cui dipesero vent'anni della nostra storia. Infatti le società segrete, se così vogliamo definire le varie correnti massoniche, ebbero un ruolo importantissimo nell'affermazione del fascismo "antemarcia", a partire dalla manifestazione di piazza San Sepolcro, fino al macabro epilogo di piazzale Loreto, dove il cadavere del Duce viene simbolicamente "capovolto", appeso a testa in giù, inequivocabile "firma" massonica. Carpeoro afferma che, prima di concorrere ad abbattere il Duce, la massoneria ha certamente appoggiato il primo fascismo "giustificato come 'rivolta necessaria' e approvato quale 'liberazione' dalla confusione in cui versava il Paese", anche perché era lo stesso Mussolini a presentarsi come vero socialista.
Poi, come sappiamo, il dittatore – mai iniziato alla libera muratoria – arrivò a mettere al bando le logge, in ossequio agli accordi di potere con il Vaticano che avrebbero portato ai Patti Lateranensi.
Chi non si è mai interessato o non ha mai approfondito l'argomento avverte, inizialmente, la sensazione di salire su un treno in corsa, ma la bravura dell'Autore sta nel concentrare le informazioni, così da consentire al lettore di entrare in contatto con la materia.
Innanzitutto il testo fa realmente comprendere che le motivazioni alla base del pessimo rapporto esistente tra Chiesa e Massoneria, sono più attinenti alla politica piuttosto che ai Dogmi della Fede e che l'alleanza tra massoni e cattolici è storicamente impossibile.
Inoltre, attraverso il palesare documenti inediti, si scoprono intricate manovre e complotti sotterranei. Un solo esempio: secondo Carpeoro, non fu Mussolini il vero mandante del delitto Matteotti ma il Re, Vittorio Emanuele III, che decretò la morte di Matteotti, assassinato da una squadraccia fascista capeggiata da Amerigo Dumini.
Da consigliare a tutti coloro che vogliono un approccio serio e documentato sull'argomento.
(Luisa Debenedetti)
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