Casa Editrice: Cervantes - 50 pagine
Disponibile in formato cartaceo e ebook
Genere: Poesia
Trama:
Questa breve raccolta di poesie di Andrea Arcari racconta le esperienze e le emozioni dell'autore nell'osservare il mondo, distaccandosi dalla quotidianità e immergendosi nell'essenza poetica e artistica di vivere e sentire.
Recensione: "Blu profondo" di Andrea Arcari, è una raccolta di pura, semplice e cruda poesia. Composizioni tormentate e malinconiche che giungono dritte al cuore del lettore che non può che restarne affascinato, disturbato, trafitto.
L'immagine che la lettura mi ha trasmesso è quella di una personalità mutilata, dell'affettività, del raziocinio, della perdita, come se l'autore vivesse annullandosi, privandosi anche di quelle certezze e di quelle costanti affettive che sono proprie di ogni vita; quest'ultima percepita quale incurabile, perduta fonte di dolore.
Il poeta è mosso, nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni, dallo sconforto. Uno sconforto che trova radici tra mondo reale e sogno. Il mondo che illumina l'uomo, gli dà vita, bellezza e che, in questa raccolta, si scontra con la dimensione onirica e con l'abito che ciascun essere umano è chiamato ad indossare. Il poeta, per primo, nutre un profondo disagio nel vestirlo. E' stanco, è stanco di vivere di sogni, ne è ubriaco. E' stanco del rimpianto, della nostalgia, l'anima eccessivamente sensibile finisce col chiudersi, col rifuggire dal sentimento, pur sentendone forte l'esigenza. C'e una parte intitolata Poesie D'Amore che, in questo caso, definirei "Amor(t)e", perché è la Morte il leitmotif dell'opera. Arcari è consapevolmente attratto da lei, così come è attratto dal nulla innanzi alla certezza dell'inutilità di ogni sforzo "mistico", tuttavia, non se ne distacca perché la vita è dolore, pena, crocifissione: l'uomo è carne, è azione, è omissione, è pensiero, è quel che accetta di essere.
E così l'autore, convinto come i grandi maledetti che è meglio pensare che vivere, passeggia nei meandri della mente, del pensiero, dell'io, e il lettore lo accompagna, passo passo, rapito da quella poetica e da quella penna che lo porta ad acquisire e poi perdere colori e vitalità fimo al Blu Profondo. Ne scaturisce la sensazione del freddo, del vuoto, dell'assenza. "Svanirò
prima che i segni del dolore
sul mio viso
spariscano
fra le cicatrici
della vecchiaia"
Parole che trafiggono nella loro essenziale crudezza, considerata la giovane età dell'autore.
Consigliato.
(Luisa Debenedetti)
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