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Genere: Narrativa

Trama:
A Bellano gira voce che presso il cinema della Casa del Popolo verrà proiettato "Ultimo tango a Parigi". Siamo nel febbraio del 1973, e per i vicoli del paese si scatena una guerra senza frontiere. A combattersi due fazioni ben distinte: da una parte gli impazienti che fantasticano sulle vertiginose scene di nudo che ci si aspetta di vedere sullo schermo; dall'altro, schierati con il parroco, coloro che pretendono di evitare a Bellano una simile depravazione. I tempi però sono cambiati, e nulla può fermare il "progresso". Adelaide, giovane e volitiva operaia del cotonificio, mette con le spalle al muro Alfredo, il fidanzato eternamente indeciso su ogni cosa: o la porterà al cinema o lei ci andrà lo stesso, magari con quel bel fusto di Ernesto, che le ha già messo gli occhi addosso e che a lei non dispiace, per quanto sia una testa matta e non ci vuole molto a capire che finirà per mettersi nei guai. Cosa che puntualmente accadrà di lì a qualche mese, quando Ernesto finirà implicato nel contrabbando di sigarette riuscendo a inguaiare la stessa Adelaide.

Commento:
Andrea Vitali ci riporta a Bellano, con una storia che si svolge in un passato relativamente recente: sono infatti gli anni '70 e la probabile proiezione di "Ultimo tango a Parigi" getta nel caos l'intero paese.
Gli abitanti si dividono infatti in due fazioni a causa di questo film che, a prescindere dai reali contenuti, sembra creare una frattura tra coloro che vogliono restare legati al passato, alle tradizioni, alla concezione della vita alla quale sono abituati e quelli che, al contrario, aspirano alla modernità e sperano che questa pellicola possa portare una nuova corrente, un pensiero diverso e capace anche di cambiare anche altre cose nel tranquillo paese.
Questo romanzo è, ancora una volta, un mosaico attraverso cui Vitali ci presenta tante diverse esistenze, storie di vita quotidiana che, con i loro piccoli e grandi drammi, con le speranze, i timori e le disavventure che le caratterizzano, si aprono sotto gli occhi del lettore, avviluppandolo piano piano.
Stupenda, come sempre, la caratterizzazione dei personaggi: ognuno di loro si identifica perfettamente col ruolo che l'autore gli attribuisce, ma senza mai diventare banale o scontato, anzi... Se è vero che Ernesto, ad esempio, rispecchia in pieno la figura del bel fusto con la testa matta e Alfredo quello del figlio troppo legato alla madre e con poco carattere; se è facile riconoscere la classica vicina impicciona come pure la vedova acida, è altrettanto vero che Vitali, nel finale, regala delle sorprese, con eventi teneri e inaspettati che assumono una forma nitida solo nelle ultime pagine, facendo si che - una volta giunti all'epilogo - si resti con una sensazione di romanticismo e speranza.
L'ennesimo romanzo piacevolissimo da parte di questo autore che, come sempre, entra a piccoli passi nel cuore dei lettori, rendendoli partecipi delle vite dei suoi protagonisti - dal maresciallo Pezzati a Benvenuta, da Adelaide al fantasma Ciffoletti - al punto tale che, giunti alla parola Fine, si prova nostalgia al pensiero che, una volta chiuso il libro, non si avranno più loro notizie. Davvero bello.
(Maria Guidi)

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