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Cartoline dalla fine del mondo. La nuova indagine di Enrico Radeschi
di Paolo Roversi

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    Casa Editrice: Marsilio - 266 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Giallo

    Trama:
    Milano. Durante un esclusivo party all'interno del palazzo dell'Arengario, sede del museo del Novecento, uno degli invitati viene misteriosamente ucciso sotto il quadro "Il quarto stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Il vicequestore Loris Sebastiani, incaricato delle indagini, capisce subito che in quel delitto qualcosa non torna e che avrà bisogno di aiuto per catturare il misterioso e geniale hacker che si fa chiamare Mamba Nero e tiene in pugno la polizia. Solo una persona può fare al caso suo: il giornalista e hacker Enrico Radeschi. E' tempo che rientri in servizio, ovunque si nasconda. Così, dopo otto anni trascorsi da fuggitivo in giro per il mondo, Radeschi viene richiamato a Milano per seguire il complicato caso. Una vera e propria partita a scacchi con Mamba Nero, i cui delitti sempre più efferati sembrano direttamente ispirati da Leonardo da Vinci.

    Recensione:
    "Cartoline dalla fine del mondo" è il nuovo e, ho scoperto, atteso noir di Paolo Roversi. Ammetto che finora l'autore mi era sconosciuto e di questo me ne rammarico, dal momento che ora mi sento spinta a leggere tutta quanta la sua produzione perché ne vale veramente la pena.
    La lettura è originale e accattivante grazie a una scrittura snella che trascina il lettore negli ambienti dell'indagine tanto realisticamente da sentirsi parte integrante della scena.
    Il protagonista è, come in tutti i libri di Roversi, Enrico Radeschi, un giovane giornalista mezzo hacker che dà inizio al romanzo con la sua sparizione da Milano, anzi dal mondo intero, per sottrarsi a morte certa per mano di un assassino che ha già il mirino puntato su di lui. Enrico si trova costretto ad abbandonare tutto e tutti, persino se stesso se vuole salvare la pelle e fugge, come dice il titolo, fino "alla fine del mondo" da dove invierà solo tre cartoline. Ma il tempo passa, le situazioni cambiano e un giorno il passato, grazie a una di quelle cartoline, lo va a cercare e lo trova, a Cipro.
    Il passato ha le sembianze del vicequestore Loris Sebastiani, a modo suo un amico, un uomo tutto d'un pezzo, integerrimo, esperto di vini, che mette il lavoro sempre al primo posto e non disdegna di accompagnarsi a giovani fanciulle, senza essere peraltro intenzionato a legami duraturi.
    Dice Enrico: "La nostalgia quando arriva è come un fiume che rompe un argine: inonda e porta tutto via con sé" (…) "E' bastato solo osservare Loris per un minuto perché tutto il mio passato ritornasse a bussare, prepotente e ingombrante".
    Così Enrico, dopo otto anni di latitanza, ritorna a Milano, la sua Milano, bella ma anche cattiva, città delle grandi contraddizioni, attenta alle architetture delle'Expo ma distratta quando si tratta di quartieri popolari, ricca e sfavillante ma piena di poveri uomini che guardano questi "sberluccichii" covando odio e rancore. Non è più la Milano da bere dello spot pubblicitario, anche se leggendo viene voglia di farsi una bella birra artigianale presso quel microbirrificio lungo il Naviglio.
    Senza fare spoiler, c'è un serial killer o meglio un cyberkiller che ha preso di mira i componenti di una società che si occupa di tecnologia informatica applicata.
    Gli omicidi hanno un filo conduttore riconducibile, oltre che allo studio di un nuovo modello di drone, a Leonardo Da Vinci, Enrico ne è sicuro e usa, scrollandosi di dosso la ruggine di otto anni di inattività, ogni mezzo a sua disposizione, lecito e non, per confermare la sua tesi.
    I personaggi sono ben delineati psicologicamente. Mi soffermerei sui due personaggi principali: Enrico Radeschi e Loris Sebastiani.
    Enrico non aveva mai perso la passione per il suo lavoro, ritornato a Milano recupera il suo mitico "giallone" la Vespa del 1974 con cui si muove veloce per la città alla ricerca di informazioni e dettagli, ritrova il suo vecchio labrador Buk (mi raccomando, il nome è un abbreviazione di Bukowski) che, come Argo, lo ha aspettato, ritorna nel suo vecchio appartamento ora occupato dalla cugina Marika e trasformato in una specie di bomboniera rosa.
    Bel personaggio, ironico e sarcastico al punto giusto, avventuriero ma mai sopra le righe, direi affascinante.
    Sebastiani, già dalle prime battute ricorda quello che disse Sergio Leone su Clint Eastwood "Avevo bisogno più di una maschera che di un attore, ed Eastwood a quell'epoca aveva solo due espressioni: con il cappello e senza cappello", lui al posto del cappello ha il toscanello... però la sua figura è importante perché fa da contraltare all'intraprendenza di Radeschi.
    Una prosa stringata, serrata e scorrevole, da cui è difficile staccarsi, piacevole e coinvolgente che si svolge senza strappi o cadute di stile, mai scontata, nemmeno nel finale... Nella IV di copertina si cita Dan Brown, non so se per uno scrittore sia piacevole richiamarne un altro, però in questo caso mi sembra un'associazione lusinghiera. Roversi è un bravo scrittore che ritrae fedelmente, oltre a ottimi personaggi e vicende, una metropoli che cattura, inghiotte e nasconde: una Milano da scoprire anche per chi non è del luogo e che spinge a chi, come me non ha mai letto nulla di suo, a voler conoscere meglio i suoi personaggi.
    Consigliato.
    Le cinque stelle che gli assegno son tutte meritate.
    (Luisa Debenedetti)

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