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Breviario del rivoluzionario da giovane
di Bruno Osimo

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    Casa Editrice: Marcos y Marcos - 233 pagine
    Disponibile in formato cartaceo




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    La rivoluzione è alle porte, l'ultima giustizia borghese si è spenta. A scuola si va per volantinare, manifestare, occupare, riunirsi in assemblea. Per Bruno, che ha quindici anni nel 1973, si spalancano inaspettate oasi di socializzazione, di appartenenza, di sollievo dalla responsabilità di pensare. Lui di suo sarebbe timido, delicato, pacifista a oltranza, ma pur di tuffarsi in questo magico fermento accantona volentieri ogni riserva e aderisce ciecamente alle nuove regole: il personale è politico, l'esproprio proletario, la gentilezza bandita e la promiscuità assoluta. Lo stato borghese si abbatte non si cambia. Tra femministe arrabbiate, maggioranza silenziosa e Katanga, non è sempre facile orientarsi, ma Bruno, rivoluzionario in erba, ce la mette tutta per non essere un compagno che sbaglia. Con esiti di irresistibile comicità.

    Recensione:
    "Breviario del rivoluzionario da giovane" di Bruno Osimo, edito da MarcosYMarcos, non è uno dei tanti libri di riflessione e ipocrita saggezza scritto da chi è stato giovane e ha indossato un eskimo negli anni '70, i cui sogni infranti sono stati molto più numerosi di quelli realizzati, e a essersi scottati le ali sono stati in tanti. Ma allora, tutti avevano "imparato a volare".
    Il protagonista è l'Autore, Bruno detto Opossum, che si trova, in piena adolescenza, a frequentare il Liceo Scientifico X di Milano. Il passaggio dalla tranquilla realtà di Padova alla movimentata Milano ancora divisa tra avanguardia e massificazione, lo spinge a cercare nuovi sostegni per affrontare la realtà e, per muoversi disinvoltamente nella vita sociale e per non sbagliare, sente il bisogno di una barriera protettiva che non sia la famiglia. La trova nel gruppo e per rimanervi deve dimostrare di accettare regole e segni di riconoscimento precisi, il messaggio all'interno del gruppo nasce improvvisamente, tutti si adeguano al comportamento del leader.
    Bruno è un ragazzo ben educato, ma questo genere di comportamento è contestato dal gruppo "impegnato" di cui ha deciso di fare parte e così la buona educazione non è più tale (quando è nel gruppo), diventa "cattiva educazione", la nuova "buona educazione" impone i jeans Roy Roger's con la tasca posteriore chiusa con la cerniera per non perdere il portafogli o le chiavi in caso di fuga durante le manifestazioni, porta i capelli ricci e lunghi con quella sciatteria, un po' calcolata, di chi vuole dimostrare che ha altro per la testa che i vestiti (e lo studio) e vuole comunicarlo al mondo intero.
    Bruno vive le sue esperienze "rivoluzionarie" impegnandosi seriamente nel tentativo di convincere, prima di tutto se stesso, di avere fatto la scelta giusta. Assimila idee e comportamenti ma in modo piuttosto confuso e "raffazzonato", così ogni tanto fa capolino il Bruno non militante con i suoi dubbi e le sue incertezze.
    I personaggi comprimari sono ben delineati, vi sono figure che vengono trattate più di altre: Amanda la perfezionista, Arianna la ragazza che fa breccia nel suo cuore, Marinella con la quale non va oltre qualche bacio perché ("si accorge di non saper procedere"): sembra che Bruno voglia rimuovere la sessualità proprio nel momento in cui ne è assillato e attratto; e i professori Aureliano Grotescu (figura ambigua) e Hromo Nosìlcicoff (che non disdegna di dare appuntamento alle ragazze a casa sua). Poi vi sono i luoghi simbolo della Milano anni '70, le canzoni di allora citate in più punti, i film del cineforum in versione originale sottotitolata...
    Fino a che punto il libro sia puramente autobiografico o racconti episodi che il tempo ha romanzato, non è dato di sapere.
    Concludendo: è scritto bene, fa ridere nella giusta misura, suscita emozioni che per forza di cose ritornano in mente perché sono successe; a meno che non si sia stati chiusi in un bunker sin da bambini, la suddivisione in voci rende la lettura snella, spesso ci si trova a sorridere delle disavventure di questo aspirante giovane rivoluzionario che, in fondo, tanto rivoluzionario non è e che, l'Autore me lo consenta, suscita anche tenerezza.
    Gli anni ‘70 hanno rappresentato una bella pagina di Storia dal punto di vista culturale. Tra le pagine di questa storia, Osimo ci racconta la sua, fatta di musica, letteratura, film ed incontri. Chi si dedica prevalentemente alle letture di (con tutto il rispetto) Coelho, Maraini e altri scrittori-saggi, può giudicare dall'alto in basso il libro in oggetto. Ma la vita è fatta anche di ricordi colorati. E questo libro ne è, tra tanti, una delle migliori intepretazioni.

    "No no no no, aspettare più non posso, e va bene sì,
    Se proprio vuoi facciamo un compromesso
    ...Si già lo so, che non so fischiare,
    E non ho neanche cercato mai d'imparare
    ...Fin da bambino, io non ho mai saputo fischiare,
    E quello che peggio è che non ho neanche cercato mai d'imparare
    ...E adesso sono solo qui, a piangere con me stesso,
    Come farò... come farò adesso... Con quei blue jeans... "
    (Edoardo Bennato – Facciamo un compromesso)


    (Luisa Debenedetti)



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